La ricarica
La ricarica è una attività che viene praticata sia per passione ma anche per contenere i costi di esercizio di un’arma.La passione ci spinge a cercare sempre la carica migliore che ci regali la massima precisione e totale sicurezza, il contenimento dei costi ci fa rendere conto di come si può risparmiare sulle munizioni arrivando ad avere 50 cartucce che ci costano sino un quarto delle commerciali.
Pratica di per sé semplice, necessita di una attrezzatura iniziale che, nell’arco di poche sedute al poligono, viene subito recuperata in termini di costi.
Ciò vale sia per l’arma corta che lunga ed anche l’anima liscia.
Arma corta o lunga rigata.
Per cominciare abbiamo bisogno di :
- Una pressa;
- Un set di dies specifici per il calibro scelto;
- Una bilancina per misurare il peso della polvere;
- Un dosatore;
- Un innescatore;
- Un imbutino;
- Set misurini;
- Un martello cinetico togli palle;
- Un calibro a cursore;
- Palle, inneschi, bossoli e polvere.
Faro’ una panoramica per ogni singola attrezzatura.
La pressa puo’ essere di diversa conformazione; classica ad “O” oppure più semplice ad “L" o manuale a “schiaccianoci”, multi stazione a funzionamento semiprogressivo (sequenziale) multistazione a rotazione della testa manuale, progressiva.
Le presse monostazione ( telaio O-L) si prestano bene a chi comincia, in quanto permettono di capire passo passo le varie fasi di ricarica, inoltre sono prettamente indicate per la ricarica di munizioni da carabina dove non si cerca la quantità ma la qualità; per quest’ultime si consigliano le varianti con robusto telaio ad “O”.
Inoltre, le monostazioni, diventano inopportune nel momento in cui si cerca la velocità e la quantità nelle munizioni prodotte, fermo restando il concetto di “qualità”; a questo punto entra in ballo la pressa semiprogressiva (sequenziale) o addirittura la progressiva per grandi quantitativi di munizioni.
Ho volutamente tralasciato la pressa multistazione a rotazione manuale in quanto, una via di mezzo, offre la possibilita’ di avere tutte le matrici a disposizione e perfettamente tarate eseguendo i normali passaggi di una monostazione
Una parentesi la merita la Lee Turret che nonostante sia una sequenziale, permette eliminando un alberino il funzionamento manuale della testa porta matrici.
I Dies o matrici di caricamento: per ricaricare un bossolo, sia spento che nuovo, abbiamo bisogno di minimo 3 matrici che possiamo anche identificare come “passaggi”. Sono costruiti completamente in acciaio e alcuni dies resizing presentano una boccola di materiale indurito anti grippaggio (grippaggio del bossolo all’interno della matrice), per matrici sprovviste di tale accorgimento si consiglia l’uso di lubrificante in olii o paste specifiche.
Il primo dies, detto anche resizing die, è una matrice che per sua conformazione risulta indispensabile per ricalibrare il bossolo alle dimensioni originali (nel caso sia già stato usato per lo sparo) e contemporaneamente eliminare, tramite uno spillo, centrale l’innesco spento.
Questa fase la chiameremo “primo passaggio”.
Il secondo dies (secondo passaggio) è l’expanding cioè una matrice che svasa in modo regolabile la bocca del bossolo in modo tale da poter alloggiare la palla per pochi mm ed evitare la sua trafilatura in fase di inserimento.
Rammendo che, questa fase, riguarda solo i bossoli per arma corta (pistola/revolver) in cui si fa uso sovente di palle in piombo nudo.
Per la pistola, la Lee precision, offre un expanding die a cui e possibile applicare un dosapolvere automatico, altre case come la Lyman offrono tale possibilita’, ma con la differenza che l’erogazione avviene manualmente.
Il terzo dies (terzo passaggio) è il seater die che permette di inserire la palla nel bossolo nella profondità desiderata (dando l’altezza finita alla cartuccia che chiameremo “quota”, altezza che dovremo assegnare in modo prestabilito, andando per tentativi, a specifiche tabelle di ricarica, ma dette quote non sono da intendersi universali o “infrangibili” in quanto variabili in base alle canne utilizzate su ogni arma.
Oltre a posizionare la palla, il 3° die effettua anche la crimpatura della bocca del bossolo (sulla palla) cioe’ stringe in due diversi modi ( un tipo per pistola uno per revolver) quella svasatura che avevamo creato con il 2°, creando una ritenuta sulla palla (ritenuta effettuata anche dalla tensione delle pareti del bossolo sulla stessa)
Il 1° tipo di crimpatura è il Taper Crimp, operazione di restringimento del bossolo che avviene radialmente alla bocca del medesimo lasciando le pareti, sempre della bocca, perpendicolari alla palla, cioè la bocca del bossolo funge anche da freno in camera di cartuccia fermandosi sul rilievo presente in canna.
Una crimpatura Taper troppo pronunciata oltre ad innalzare (pericolosamente) le pressioni in canna potrebbe far si che il bossolo impegni il primo tratto di canna ovvero il Troat.
Quest’ultimo avvenimento e molto remoto in quanto, in fase di alimentazione in armi semiauto, il bossolo viene comunque trattenuto dall’unghia estrattrice.
La crimpatura Taper e’ indicata su bossoli tipo Rimless cioè che hanno il fondello di pari diametro rispetto al bossolo.
Il secondo tipo di crimpatura è il Roll Crimp, essa è specifica per quei bossoli impiegati nei revolver o per pistole semiauto che impiegano bossoli a collo di bottiglia (esempio 7.65 Parabellum) o per bossoli semirimmed (7.65 Browning), il revolver usa un tipo di bossolo in conformazione Rimmed. Il fondello, essendo piu’ largo del bossolo, funge da freno nel tamburo, quindi la crimpatura che ne deriva è quella di ripiegare la bocca del bossolo sulla palla, le palle impiegate per revolver o per bossoli a collo di bottiglia (anche per carabina) presentano un solco di crimpaggio detto “cannelure” deputato ad accogliere le bocca del bossolo ripiegata verso l’interno.
Tale crimpatura viene praticata, oltre per garantire una corretta combustione della polvere, anche per garantire la tenuta della palla in armi che sviluppano molta potenza al fuoco.
Il 4° die, ovvero il Factory Crimp (4°passaggio opzionale): la Lee precision commercializza un die specifico per arma corta che dovrebbe ovviare alle mancate o scarse crimpature (con conseguenti inceppamenti in special modo in camere di cartuccia precise) e “donare” alla cartuccia finita un aspetto “commerciale” grazie all’inserto al carburo di tungsteno , concetti a “mio” avviso quanto meno inopportuni e discutibili, resta inteso che questo die puo’ offrire al ricaricatore una sicurezza e una flessibilita’ in piu.
La Bilancina. Ne esistono di tre tipi: meccaniche, digitali e digitali combinate a dosapolvere elettrici, le prime hanno scala in grani (il grano è l’unita di misura del peso di palle e cariche di polvere) le seconde e le terze, oltre ai grani possono avere altre unita’ di misura. Conviene non fare economia su questo attrezzo in quanto di basilare importanza per la nostra sicurezza. Esistono ottime bilancine a prezzi molto abbordabili.
Il dosatore di polvere. Strumento che permette di velocizzare i tempi di ricarica ovviando alla pesata singola della polvere per ogni cartuccia che stiamo confezionando.
Ne esistono di due tipi, quelli da banco e quelli che possono essere montati sulle matrici expanding die (2° passaggio).
Ulteriore distinzione tra quest’ultimo tipo sta nel cinematismo, cioè c'è un tipo di dosatore che comunque necessita di essere azionato a mano e un tipo che eroga la polvere automaticamente ad ogni 2° passaggio del bossolo ( molto veloce).
Essi si suddividono in diverse categorie: dosatore da banco, dosatore automatico su 2° dies, dosatore sia da banco che applicabile al 2° dies, ma con erogazione manuale.
L'innescatore. Per innescare i bossoli la maggior parte delle presse prevede un braccetto che svolge questo scopo, sia per inneschi Small che Large, di solito si azionano subito dopo aver compiuto il 1° passaggio al bossolo.
Esistono anche attrezzi specifici per questo scopo, prenderemo in esame i palmari anche se ci sono automatismi applicabili alle presse.
Imbutino. Attrezzo di basso costo, ma sempre utile per riempire i bossoli di polvere.
Set di misurini. Ottimi se non si vuole usare un dosatore di polvere, ma sempre verificati con bilancina.
Martello cinetico. Quando si inizia a ricaricare, ma anche dopo anni di esperienza, puo’ sempre capitare di dover separare la palla dal bossolo, questo per: dubbio sulla carica immessa, una cartuccia fuori quota o troppo crimpata etc etc. In questi casi, per smontare la cartucce in tutta sicurezza, useremo il martello cinetico.
Il Calibro. Per misurare l’altezza (quota o AOL) delle nostre cartucce e verificarne la giustezza in base alle tabelle di ricarica useremo un comunissimo calibro a corsoio di buona fattura.
Come ultimo accessorio menziono il tornietto per i bossoli da carabina, utilissimo strumento che permette di “accorciare" e di riportare a lunghezza ordinaria i bossoli da carabina (anche per pistola/ revolver) che dopo alcuni spari tendono ad allungarsi.
Per chi comincia è sempre consigliabile l’affiancamento di una persona esperta in materia, al contrario, senza cercare subito ottimi risultati e con molta calma, cimentarsi nella ricarica ricordando che si usano materiali pericolosi come inneschi e polveri che possono creare seri danni a cose e persone.
Si rammenta di usare la massima diligenza.
Per qualsiasi dubbio non esitate a contattare la redazione.
A cura di BGM
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